Elezioni comunali a Ginevra

Elezioni comunali a Ginevra

Elezioni Comunali del 13 marzo 2011 nel  cantone di Ginevra

 Care e cari connazionali,

Il 13 marzo prossimo si svolgeranno le elezioni per eleggere i consigli municipali del cantone di Ginevra.

A queste elezioni potranno partecipare anche gli stranieri residenti nel cantone di Ginevra da più di 8 anni.

Questo sacrosanto diritto è stato conquistato 6 anni fà grazie all’appoggio militante delle comunità estere residenti nel cantone assieme ai sindacati e ai partiti di sinistra, in particolare all’appoggio e alla mobilitazione promossa dal  Partito Socialista di Ginevra.

Il Partito Democratico fonda le sue radici nel riformismo attivo a favore della difesa e dello sviluppo di uno stato sociale che garantisca diritti e protezione sopratutto allle persone economicamente più deboli della società.

Noi sappiamo quanto sia importante, anche a livello comunale, la difesa e la promozione di una politica sociale vicina alle preoccupazioni della popolazione.

Le strutture in favore dell’infanzia e degli anziani, la politica urbanistica, la politica culturale, i servizi sociali, sono, fra le altre cose, settori nei quali i consigli municipali possono agire.

Noi sappiamo, che in tutti questi settori il Partito Socialista ginevrino è sempre stato all’avanguardia nelle battaglie politiche in favore della loro salvaguardia e del loro sviluppo.

Perciò chiediamo alle nostre e ai nostri connazionali di esercitare il loro diritto di voto. Diritto duramente conquistato dopo più di 20 anni di lotta contro i partiti conservatori che non volevano concederlo.

 Di votare e di far votare per le candidate e i candidati del Partito Socialista di Ginevra presenti nelle liste dei vari comuni.

Un grazie di cuore a voi tutte e tutti.

Alfiero NICOLINI
Segretario PD-Ginevra

Se non ora, quando?

Se non ora, quando?

 

Manifestazione delle donne italiane di Ginevra

Se non ora, quando?

Aderendo all’appello spontaneo di alcune donne italiane di Ginevra domenica 13 febbraio 2011 circa 200 persone, in gran maggioranza donne, hanno partecipato ad una manifestazione alla Place des Nations (davanti alla sede dell’ONU), per esprimere la loro rabbia e la loro indignazione nei confronti del nostro capo del governo che coi suoi comportamenti non solo offende le donne ma infanga il nome dell’Italia attraverso il mondo.

È stata una manifestazione bellissima durante la quale fra canti e girotondi le presenti hanno gridato il loro orgoglio di donne cantando:

“…sebben che siamo donne paura non abbiamo, per amor dei nostri figli di brutto ci incazziamo!…Ah, oilì oilì oilà..se il berlusca se ne và, la dignità l’Italia ritroverà…”

ed ancora affermando “non siamo ne puttane ne Madonne, siamo solo donne!”

Alfiero NICOLINI
Segretario PD-Ginevra

Berlusconi dimettiti!

Berlusconi dimettiti!

 

BERLUSCONI DIMETTITI!

Gli italiani all’estero: «Vogliamo un’Italia che ci renda orgogliosi»

Appello degli Italiani all’estero per l”Italia che vogliamo

C’è un’Italia lontana, un’Italia di valigie e di memorie, un’Italia di energie in fuga che si fonde con culture di altre genti e di altri luoghi, che impara e che insegna.

C’è un’Italia nel mondo costretta a fuggire dal suo Paese, stritolata da un futuro compromesso, un’Italia di generazioni tradite e abbandonate da un potere avviluppato su se stesso. Quest’Italia lontana non riesce più a riconoscersi nel suo Paese. Non si riconosce più in un Paese ridotto a servizio di una classe dirigente che piega ogni diritto al solo interesse di casta, di clan o di cricca. Non si riconosce più in un Paese che taglia i fondi alla cultura, alla ricerca e alla scuola.

Non si riconosce più in un Paese che nonostante la sua civiltà millenaria diventa sempre più razzista, sempre più spaventato dal diverso, dove il pregiudizio prevale sulla solidarietà di popolo migrante. Non si riconosce più in un Paese in cui i giovani sono visti come minaccia e non come risorsa ed energia. Non si riconosce più in un Paese le cui donne sono offese dalla volgarità del potere che le usa come moneta di clientela.

Non si riconosce più in un Paese in cui il crimine svelato da inchieste e condannato da processi continua a sedere fra i banchi delle più alte istituzioni, umiliando la lotta di chi ha sacrificato la vita per ridare alla gente e a quelle istituzioni onestà e dignità. Non si riconosce più in un Paese in cui si muore di lavoro e la dignità del lavoratore è umiliata da una precarietà selvaggia e da politiche illiberali fondate su enormi conflitti d’interesse.

Non si riconosce più in un Paese che sembra avere perso la forza di indignarsi. Non si riconosce più in un Paese in cui la libertà di stampa è minacciata, limitata e ricattata. L’Italia lontana non si riconosce più in quel Paese che tanto ama, ma crede che un’Italia migliore sia possibile.

Perciò si appella a tutti gli Italiani, ovunque essi siano, perché si impegnino per fare del nostro Paese quell’Altra Italia equa, libera, solidale, fondata sul diritto al lavoro e su valori di giustizia e legalità. Un’Italia che ci renda orgogliosi. L’Italia della nostra Costituzione.

 Berlusconi dimettiti

 Presidente Berlusconi,

lei ha disonorato l’Italia agli occhi del mondo, non ha più la

credibilità per chiedere agli italiani un impegno per

il cambiamento e con la sua incapacità a governare sta facendo fare al paese solo passi indietro.

Lei dunque se ne deve andare via.

L’Italia ha bisogno di guardare oltre, per affrontare finalmente i suoi problemi: la crescita, il lavoro, un fisco giusto, una scuola che funzioni,una democrazia sana.

Noi dobbiamo dare una prospettiva di futuro ai giovani.

Con la sua incapacità a governare e con l’impaccio dei suoi

interessi personali lei è diventato un ostacolo alla riscossa

dell’Italia. Per questo presidente Berlusconi lei si deve dimettere.

L’Italia ce la può fare, dispone di energie e di risorse positive. È ora di unire tutti coloro che vogliono cambiare.

È ora di lavorare tutti insieme per un futuro migliore.

Berlusconi dimettiti!

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Ignazio Marino a Ginevra

Ignazio Marino a Ginevra

 

Conferenza del Sen. Ignazio MARINO a Ginevra

18 giugno 2010 Uni-Mail

“Testamento biologico: diritto alla salute e libertà di cura”

Su invito del Comites di Ginevra congiuntamente all’Institut d’Histoire de la Médecine dell’Università di Ginevra patrocinati dal Consolato Generale d’Italia a Ginevra, il Sen. del Partito Democratico Ignazio Marino ha tenuto un’appasssionante conferenza su di un tema di assoluto interesse etico e civile.

Prendendo spunto dalla sua personale esperienza di chirurgo di fama internazionale specializzato nel trapianto di organi, il Sen. Marino ha fatto riferimento a percorsi di vita e di morte di alcuni suoi pazienti che hanno contribuito a formare le sue convinzioni di cui si è fatto promotore nelle aule parlamentari questi ultimi anni. Parte della sua formazione e della ricerca scientifica è maturata negli ospedali degli Stati Uniti, dove ha vissuto per diciotto anni. Il suo vissuto e la straordinaria umanità con la quale ha descritto alcuni casi ha sicuramente commosso molti presenti.

Parlando del testamento biologico il Senatore ha fatto riferimento all’Art. 32 della Costitizione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività……Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Nella genesi di questo articolo, il dibattito dei padri costituenti fu lungimirante e prevenì l’ausilio della scienza per il trattamento dei malati terminali.

L’allora trentenne Aldo Moro, vicepresidente della Democrazia Cristiana, che nel 1947 nell’ambito dell’Assemblea Costituente a proposito del principio di autonomia di ogni persona davanti alla morte ebbe a dire: “….la scelta di un ammalato sulla fine della vita costituisce un problema di libertà individuale che non può non essere garantito per legge, quello cioè di affermare che non posssono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie”.

In altre parole, la morte è un fatto personale, lo Stato deve restare straniero alla persona, deve limatarsi ad occuparsi del cittadino!

Perfino lo stesso Papa Paolo VI in una lettera inviata ai partecipanti al congresso dei medici cattolici nel 1970 scrisse: “…..In molti casi non sarebbe forse un’inutile tortura la rianimazione vegetativa nella fase terminale di una malattia incurabile? In quel caso il dovere del medico è di impegnarsi ad alleviare la sofferenza, invece di voler prolungare il più a lungo possibile una vita che non è più pienamente umana….”

Malgrado queste autorevolissime referenze, l’uso prettamente politico a fine elettoralistico di queste questioni, ha determinato una situazione nella quale un clima deplorevole di scontro ideologico impedisce certi politici, che si sentono obbligati all’obbedienza di una parte della gerarchia cattolica attuale, di ragionare serenamente facendo valere il semplice buon senso.

Delicatissime questioni come la vita e la morte che toccano profondamente le coscienze e che si situano ben al di sopra della politica, dovrebbero essere trattate con molta più serenità nel rispetto delle fedi religiose ma allo stesso tempo dell’inaglienabile diritto della libertà individuale di decidere.

Il caso di Eluana Englaro è purtroppo emblematico di come in Italia certa politica abbia vergognosamente oltrepassato ogni limite di decenza.

Il Sen. Marino ha confessato la sua grande amarezza quando alcuni suoi colleghi Senatori del centro-destra apprendendo la morte di Eluana Englaro l’abbiano apostrofato, assieme al gruppo del Partito Democratico, con inaudita ferocia accusandoli di omicidio colposo, accusando altresi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano d’essere stato complice di tale omicidio per aver rifiutato di firmare il decreto del governo che avrebbe impedito la fine delle sofferenze di Eluana e della sua famiglia.

Rispondendo alle numerose domande il Sen. Marino ha espresso tutte le  sue garndi perplessità affermando, che purtroppo, è in questo clima detestabile, intriso di ipocrisia e di calcoli politici meschini, che la Camera dei Deputati sarà chiamata a pronunciarsi sul progetto di legge del cosidetto Testamento Biologico.

Se il testo già approvato dal Senato dovesse esssere votato tale quale dai Deputati, di fatto i cittadini italiani, e tantomeno i loro famigliari, non potranno decidere autonomamente del loro fine vita.

Si impedirà così all’Italia di far parte delle nazioni civili (praticamente tutte le grandi democrazie), che si sono dotate di una legge che garantisce le libertà individuali di ogni persona. Sarà lo Stato a decidere per noi!

In tale ipotesi il Sen. Ignazio Marino ha indicato la possibilità di lanciare un referendum abrogativo il quale avrebbe ragionevoli speranze di successo posto che un sondaggio condotto dall’Ipso nell’aprile 2009 indicava che: “3 italiani su 4 auspicano la possibilità di richiedere liberamente, nel testamento biologico, l’interuzzione delle cure qualora si trovassero in situazione di coma irreversibile”.

Alla fine della conferenza il Sen. Marino ha autografato ai numerosi acquirenti il libro da lui scritto “NELLE TUE MANI:  medicina, fede, etica e diritti”

 Alfiero Nicolini
Segretario PD-Ginevra

Italiani all’estero riuniti a Francoforte

Italiani all’estero riuniti a Francoforte

DOCUMENTO CGIE Europa, Africa del Nord e Intercomites Europa

Francoforte, 29 maggio 2010

La Commissione continentale del CGIE Europa e Africa del Nord e le rappresentanze dei Comites e delle Associazioni venute dalla Germania, dal Belgio, dalla Svizzera, dalla Francia dal Lussemburgo, dall’Olanda , dal Regno unito, dai Paesi Scandinavi, dalla Grecia e dall’Algeria riunitasi in assemblea pubblica a Francoforte il 29 maggio 2010  fanno proprio  quanto contenuto nell’appello dell’assemblea generale del CGIE.

Lo straordinario incontro ha permesso di rafforzare il legame delle varie rappresentanze di tutta l’Europa e Africa del nord. È stato convenuto che la questione italiana all’estero non può essere più considerata una questione residuale e di retroguardia, al contrario le comunità oggi rappresentano, sul piano economico e culturale, una realtà importante tanto per i Paesi in cui vivono quanto per l’Italia.

Lo smantellamento delle politiche e degli interventi verso le questioni essenziali quali ad esempio la lingua e la cultura italiana, l’informazione, l’assistenza agli anziani, i servizi consolari e l’attenzione alle giovani generazioni, unitamente alla negazione dei diritti quale la sospensione e il rinvio del rinnovo degli organismi di rappresentanza (COMITES e CGIE) mettono la comunità italiana residente all’estero in una situazione di emergenza.

Non considera giustificato il rinvio delle elezioni dei Comites con l’alibi della riforma degli organismi di rappresentanza. L’Assemblea non considera questa riforma la priorità delle priorità, anzi ritiene valida e pertinente la legge attuale, al contrario è prioritario un rafforzamento delle competenze dei due organismi. L’Assemblea dà mandato ai COMITES ed al CGIE di riaprire il dialogo ed il confronto  con il Parlamento ed il Governo. Per questa prospettiva si devono manifestare le condizioni affinché questo dialogo e confronto siano veri e le ragioni degli uni e degli altri vengano tenute nella giusta considerazione. Questo impegno deve determinare le condizioni per la rapida approvazione della legge in modo tale da consentire di rinnovare gli organismi di rappresentanza entro giugno 2011.

L’Assemblea ha elaborato un programma di lavoro che i COMITES ed il CGIE congiuntamente dovranno  consegnare alla rappresentanza parlamentare del collegio estero. I punti principali scaturiti dall’assemblea riguardano la lingua e la cultura italiana, i servizi della rete consolare e soprattutto l’attenzione alle giovani generazioni. Nessuno può permettersi di sottovalutare il contributo economico e culturale che le comunità italiane nel mondo danno ancora oggi allo sviluppo dell’Italia.

A tal riguardo l’Assemblea rivendica la preparazione per dicembre 2011 della seconda Conferenza mondiale dei giovani, che darà continuità ai risultati della conferenza precedente, mettendo al centro la valorizzazione delle conoscenze dei giovani cresciuti  in emigrazione e di quelli che ancora oggi  lasciano l’Italia, le cosiddette nuove mobilità.

L’Assemblea ribadisce che la rappresentanza degli italiani nel mondo è unica ed è composta da quattro anelli: associazionismo, COMITES, CGIE e rappresentanza parlamentare.

A loro si chiede di lavorare in maniera unitaria.

I parlamentari, in modo particolare, devono trovare i metodi più idonei, attraverso il confronto ed il consenso affinché punti individuati possano essere affrontati immediatamente in modo da riportare l’attenzione del Paese, sul sistema Italia per ottenere da subito i risultati che le Comunità italiane attendono da tempo.

Elezioni comunali a Ginevra

Conferenza Sen. Pietro Marcenaro

 

Conferenza “Immigrazione e diritti umani”

Venerdì 5 marzo scorso il Partito Democratico di Ginevra ha organizzato una conferenza sul tema “Immigrazione e diritti umani” all’UniMail in presenza dell’On. Gianni Farina deputato alla Camera eletto sulle liste del PD nella circoscrizione Europa e del Sen. Del PD Pietro Marcenaro, principale conferenziere,  presidente della commissione strordinaria del Senato “Per la tutela e la promozione dei Diritti Umani”.

Prima di passare la parola al Sen. Marcenaro, il segretario ginevrino del PD Alfiero Nicolini ha lanciato un appello ai presenti, con diritto di voto in Svizzera, ad andare a votare contro la legge truffa che prevede l’abbassamento delle rendite del secondo pilastro.

Nicolini ha altresì invitato i presenti a firmare la petizione lanciata dal Comites di Ginevra assieme ai sindacati e al Partito Socialista, che chiede alle autorità ginevrine di dedicare un monumento-lapide in onore e in ricordo degli stagionali.

Il Sen. Pietro Marcenaro nella sua relazione ha messo in risalto l’impossibilità attuale di discutere serenamente in Italia delle questioni riguardanti il fenomeno dell’immigrazione. Impossibilità creata dal clima demagogico-populista voluto dal centrodestra e dalla Lega in particolare.

La questione meriterebbe un esame molto più sereno e serio senza ricorrere a slogan propagandistici che hanno il solo scopo di creare un clima di odio e di intolleranza, propizio ad ottenere consenso elettorale sfruttando angoscie e fantasmi appositamente creati. Purtroppo è questo l’approccio attuale del governo nei confronti dellle problematiche legate all’immigrazione, anche se non tutti a destra condividono questo modo di fare.

P. Marcenaro ha citato il Sen. Beppe Pisanu ex ministro dell’interno del precedente governo Berlusconi, che in apertura della sua relazione presentata in Senato sui problemi di immigrazione ha detto “L’unica alternativa all’immigrazione irregolare è l’immigrazione regolare” ed ha aggiunto  “….se vogliamo mantenere il nostro tasso d’attività, e quindi la nostra ricchezza, con l’attuale trend di nascite dobbiamo accogliere 2-300 mila immigrati l’anno!”. Qesta è la realtà descritta da un esponente importante del principale partito di governo. Se non si ammette questa  esigenza non si va da nessuna parte. A seguito della relazione Pisanu la commissione alla quale ha partecipato il Sen. Marcenaro ha fatto 3 proposte concrete per cercare di risolvere i problemi:

  • Per contrastare l’immigrazione illegale sperimentare la possibilità di un “permesso per ricerca di lavoro”, definendo una quota numerica di persone che potrebbero usufruirne.
  • Aiutare il ricongiungimento familiare per favorire la stabilizzazione e l’integrazione, sapendo che così diminuscono i rischi di criminalità.
  • Adeguare la norma che definisce il concetto di asilo politico. In questi ultimi 40 anni questo concetto ha evoluto, infatti attualmente la giurisprudenza internazionale ammette il diritto d’asilo non solo a chi sfugge la dittatura, ma anche alle persone che sfuggono la guerra.

Il Sen. P. Marcenaro ha proseguito precisando che attualmente in Italia tutta la propaganta anti-immigrati è incentrata sulle persone provenienti dall’Africa perchè sono meglio identificabili. Se è vero che gli sbarchi in provenienza dall’Africa sono diminuiti, bisogna però sottolineare il fatto che in un anno circa 500 mila (in fortissimo aumento rispetto all’anno precedente) persone provenienti dalla Russia e dall’Ucraina sono entrate in Italia con un visto da turisti o per studio, si può facilmente immaginare che molte di queste persone resteranno in Italia dopo la scadenza del visto e che si ritroveranno ad essere clandestini, ma nessuno ne parla. Queste questioni sono affrontate, si fa per dire, solo a colpi di spots propagandistici.

Vi ricordate della famosa legge sul “crimine di clandestinità” adottata 8 mesi fà?  Ebbene in 8 mesi non è stato arrestato un solo clandestino, forse sarà perchè servono a qualcuno……..!

E le famigerate “ronde” senza le quali sembrava che l’Italia non potesse fare a meno, anche lì un flop completo, nessun comune d’Italia, nemmeno nelle zone dove la Lega la fà da padrona, ha voluto istituirle.

L’esercito nelle strade per dare sicurezza ai cittadini nei confronti degl’immigrati, ne avete risentito parlare? Un’altra bufala colossale.

E questo sarebbe “il governo del fare”!

Rispondendo alle numerose domande provenienti dal pubblico il Sen. Marcenaro ha potuto  affermare il ruolo indispensabile dell’Europa per risolvere i problemi legati ai fenomeni migratori, che non sono certamente destinati a cessare, ma che bisognerà gestirli con politiche adeguate e concordate.

Ha poi proseguito affermando che il centro di accoglienza di Lampedusa era considerato un modello di efficenza in Europa. È stato purtroppo volutamente fatto scoppiare facendoci “parheggiare” 5 volte di più di persone per una durata 4 volte superiore di quello per cui era stato previsto. Ha chiesto molte volte al ministro Maroni di andare a vedere sul posto le condizioni di vita della gente nel centro, il ministro non ci ha mai messo piede, ha preferito girare la testa dall’altra parte.

A Rosarno hanno “risolto” il problema spostando gli immigrati in rivolta. I mandarini continuano ad essere raccolti, sicuramente sempre da degli operai pagati a 25€ al giorno, chi saranno mai questi operai secondo voi….? Di situazioni simili ne esitono a decina e non solo nel sud, dovremo aspettare la prossima rivolta per cercare di mettere ordine? Non sarebbe forse meglio cercare di prevenire certe situazioni?

Alla fine è stato   ricordato che anche noi italiani emigrati, in tempi neanche troppo lontani, eravamo descritti come gente di cui non ci si poteva fidare, di pericolosi criminali, gente che  veniva a rubare il lavoro agli abitanti dei paesi nei quali eravamo emigrati. Anche se per la stragrande maggioranza eravamo lavoratori onesti che molto spesso facevamo lavori che gli abitanti dei paesi che ci hanno ospitato non volevano più fare. Tutto questo è stato magistralmente documentato da Gian Antonio Stella nel suo libro “L’orda, quando gli albanesi eravamo noi”. Anche per questo abbiamo il dovere di considerare gli immigrati attuali in Italia in modo più umano e civile, pur ammettendo che i problemi ci sono, ma che devono essere risolti in un altro modo.

Per concludere è stata ricordata la famosa frase di Max Frisch, scrittore, drammaturco e architetto svizzero che disse di noi italiani:

“Volevamo braccia, sono arrivati uomini…….”

Partito Democratico di Ginevra