9 maggio 2013
All’attenzione dell’Assemblea Nazionale
I militanti, simpatizzanti ed elettori del Partito Democratico hanno appena vissuto giorni difficili. Il deludente risultato elettorale del 25 febbraio, la ricerca di una soluzione che permettesse la nascita di un governo del “cambiamento”, la convulsa fase dell’elezione del Presidente della Repubblica, e, infine, la nascita del Governo Letta, hanno disorientato la base del partito.
Ovunque nei circoli un disagio si manifesta. Disagio per la strategia seguita dal Partito in campagna elettorale. Disagio per le scelte adottate una volta conosciuto il risultato. Disagio per l’incredibile gestione delle candidature al Quirinale. E, infine e sopratutto, disagio per la nascita di un governo di larghe intese.
Questo momento di disorientamento genera enormi rischi e opportunità per il PD.
Rischi perché il PD può essere spazzato via dagli elettori, elettori che hanno riposto nel PD i loro sogni di un’Italia migliore, diversa da quella della lunga parentesi berlusconiana. Opportunità perché nonostante tutto emerge una forte voglia di partecipazione della base, voglia che chiede solo di essere ascoltata e canalizzata per trasformare il Partito.
Di conseguenza i dirigenti e i militanti del PD hanno di fronte una responsabilità storica. Cambiare, ritrovare la sintonia con il corpo elettorale, oppure abbandonare il Paese a partiti e movimenti demagogici, anti-europei, dalle ricette pericolose per l’avvenire dell’Italia.
Queste sono le sfide che il prossimo congresso del PD dovrà affrontare, abbandonando le logiche degli “ex” e quelle delle correnti. Un congresso dal quale dovrà nascere il Partito veramente Democratico. E questo nuovo PD non può nascere senza accogliere il desiderio di partecipazione che si manifesta nelle cellule del partito, le sezioni, dove affollate assemblee si succedono. La più ampia partecipazione possibile al congresso deve essere garantita.
Il Coordinamento Europeo chiede all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico dell’11 maggio 2013 di evitare ogni chiusura. Tutti gli iscritti, vecchi e nuovi, devono poter partecipare.
Qualsiasi modifica dello statuto dovrà essere oggetto di discussione congressuale.
Lo stesso congresso dovrà essere il momento di un radicale rinnovamento del Partito. Lo spirito originale dello statuto dovrà trovare migliori interpreti. L’articolo 1, al comma 2 recita :
“Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle più importanti cariche interne, la scelta delle candidature per le principali cariche istituzionali”
Le decisioni calate dal vertice, le logiche di chiusura, non sono degne di un moderno partito riformista.
Il PD appartiene ai circoli, ai tesserati, non a dirigenti che hanno appena visto e vissuto quanto le loro complicate alchimie non siano e non possano essere accettate dai militanti. Ed è dal territorio che deve partire la formazione del gruppo dirigente nazionale. La separazione totale tra chi ha incarichi nazionali di direzione e chi si carica della fatica della militanza quotidiana non è più accettabile.
Il coordinamento Europa lavorerà per offrire il suo contributo a questo cambiamento, proponendo norme per aumentare la partecipazione popolare, proponendo una riforma radicale dell’Assemblea Nazionale stessa, organo che si è mostrato inadatto alla necessità di rappresentanza democratica.
Lo dobbiamo al paese, e al popolo del PD, ai milioni di elettori, alle migliaia di volontari.
Il Coordinamento Europeo del Partito Democratico
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