Organizzato dall’associazione «Cultura Italia, sans frontières» (www.culturaitalia.ch) mercoledi 2 marzo scorso si è tenuto un’interessantissimo incontro-dibattito attorno al fenomeno della nuova emigrazione italiana a Ginevra.
Riccardo LAMPARIELLO rappresentante dell’associazione organizzatrice nonchè animatore della serata ha commentato i risultati di un sondaggio realizzato da «Cultura Italia» presso italiane e italiani arivati a Ginevra negli ultimi 15 anni. Il sondaggio rivela in modo molto chiaro quali sono le caratteristiche di questa recente generazione di connazionali emigrati.
Nella loro stragrande maggioranza sono giovani dai 25 ai 45 anni, con un elevato grado di istruzione (circa l’80% possiedono una laurea), parlano spesso due o più lingue, lavorano nelle organizzazioni intenazionali, al CERN, nelle multinazionali, negli ospedali, sono docenti universitari oppure insegnano nelle scuole ginevrine. La maggioranza di questi giovani non pensa tornare in Italia in un futuro prossimo. Le ragioni che hanno condotto questi giovani a espatriare sono molteplici, ma la più significativa è sicuramente la mancanza di opportunità offerte dall’economia e dalla società italiana a questi giovani talenti costretti ad andare a cercarsi fortuna in giro per il mondo. L’Italia dopo averli formati, sciupa così l’enorme investimento fatto su di loro!!
Il Console generale d’Italia a Ginevra Sig. Alberto COLELLA ha esposto un lavoro statistico fatto dal Consolato a partire dall’anagrafe, in suo possesso, degli italiani residenti a Ginevra. Queste statistiche rivelano che dopo un’importante diminuzione degli italiani residenti nel cantone verificatasi a partire dalla metà degli anni ’70, la curva ha cominciato ad impennarsi dall’inizio del nuovo secolo con l’arrivo della nuova ondata migratoria italiana descritta da Lampariello. La cosa che mi ha più colpito, nella presentazione del Console Colella è stata la constatazione del fatto che durante il periodo fascista ci fu un ondata di emigrati (esuli) italiani arrivati a Ginevra, con caratteristiche simili, dal punto di vista del livello di istruzione, a quelle riscontrate oggi. Non voglio azzardarmi in paralleli fra due fenomeni che storicamente non hanno sicuramente le stesse origini, ma penso che sia comunque una cosa che faccia riflettere !
Sandrine SALERNO sindaco di Ginevra, figlia di un immigrato siciliano, ha spiegato quanto la città e il cantone di Ginevra portino una attenzione particolare all’integrazione armoniosa delle più di cento comunità estere presenti nel cantone. La cultura dell’integrazione è presente nel cantone da molto tempo. Questa cultura affonda le sue radici sul multiculturalismo determinato dal carattere internazionale di Ginevra, oltre che dalla sua tradizione di città rifugio.
Questo, purtroppo, non rende il cantone immune dallo svilupparsi di un populismo anti stranieri o anti frontalieri da combattere con intransigenza, senza ignorare però i problemi che ci sono posti dalll’arrivo di nuovi immigrati, in particolare quelli legati all’insufficiente offerta di alloggio.
Claudia CUCCHIARATO, giornalista, autrice del libro «Vivo altrove», collabora con «La Repubblica» e «L’Espresso», abita a Barcellona.
Claudia si è definita cittadina d’Europa. In giro per il continente a scoprire e a cercar di capire le ragioni che hanno condotto questa nuova diaspora italiana ad espatriare, a volte per scelta di vita, altre volte per cercare opportunità che non gli sono offerte in Italia, o semplicemente per la necessità di respirare un’aria un tantino più fresca. L’appassionato intervento di Claudia Cucchiarato mi ha fatto pensare alla canzone di Gianna Nannini “Ragazzo dell’Europa” scritta 30 anni fà!
Quello che mi ha colpito di più nel suo intervento, è la sua constatazione del fatto che molti giovani europei vengono volentieri a studiare nelle università italiane ma poi non restano, non sono interessati ad intraprendere un’sperienza di lavoro nel nostro Paese. In altri paesi europei, anche in quelli più duramente toccati dalla crisi, come la Spagna, molti restano dopo gli studi.
Perchè il nostro Paese malgrado che in tanti gli riconoscano le bellezze e le qualità culinarie non attrae i giovani talenti, siano essi italiani o di altri paesi ??
I numerosi interventi hanno sottolineato questo profondo malessere addebitandolo sostanzialmente ad una economia in gran parte legata a produzioni con poco valore aggiunto, ad una burocrazia asfissiante, e spratutto ad una classe dirigente propensa a promuovere la cultura del furbismo e del clientelismo piuttosto che il riconoscimento del merito.
È sato altresi ribadito il fatto che a livello governativo l’immigrazione in Italia sia considerata troppo spesso come un problema, possibilmente di ordine pubblico, e quasi mai come una risorsa.
Per il sottoscritto arrivato a Ginevra a metà degli anni ‘60 come operaio metalmeccanico è sato di grandissimo interesse scoprire ed ascoltare le testimonianze di questi giovanni connazionali. Penso che le nostre due realtà migratorie, pur venendo da storie diverse, debbano continuare a interlocuire e a scoprisri a vicenda.
Bravi, complimenti ragazzi per questa bellissima serata che ci avete regalato.
Alfiero Nicolini
Grand-Lancy 3 marzo 2011
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