Comunicato stampa
I risultati referendari svizzeri rischiano una radicalizzazione sociale o una vittoria di Pirro
Il partito conservatore svizzero dell’UDC cavalca l’onda felice dei referendum popolari e per la sesta volta in sette anni impone al paese le sue proposte estreme.
Il partito democratico in Svizzera esprime la propria delusione per l’accettazione dell’iniziativa sull’espulsione degli stranieri. Il testo passato in votazione viola i diritti umani e i principi elementari della Costituzione svizzera, contravviene al diritto internazionale come già in passato era successo per il divieto di edificazione di nuovi minareti, per l’internamento a vita dei delinquenti pericolosi, per l’imprenscindibilità dei reati pedofili, contro la naturalizzazione facilitata degli stranieri di seconda e terza generazione.
L’iniziativa approvata con il 52,9 % e con la maggioranza dei cantoni introduce nella Costituzione federale l’obbligo di espellere dalla Confederazione gli stranieri condannati per gravi reati, quali omicidio, rapina, traffico di esseri umani, stupri e altri reati violenti, come pure abusi nelle prestazioni dell’assistenza sociale o di assicurazioni sociali. Una volta che la condanna è passata in giudicato, l’espulsione sarà automatica. Il divieto di entrata in territorio svizzero va dai 5 ai 15 anni. Per i recidivi è di 20 anni.
Al contrario, il controprogetto elaborato dal parlamento prevedeva che le espulsioni avrebbero dovuto essere attuate nel rispetto dei diritti fondamentali, dei principi costituzionali e del diritto internazionale, in particolare del principio di proporzionalità per l’espulsione. Inoltre questo controprogetto affermava il principio secondo cui Confederazione, Cantoni e Comuni avrebbero dovuto fare tutto il possibile per integrare gli stranieri in Svizzera.
Sarà difficile conciliare il diritto internazionale e i dettami della stessa Costituzione svizzera con le proposte contenute nell’iniziativa uscita vittoriosa dalle urne il 28 novembre.
Per il Partito democratico in Svizzera la decisione popolare rischia di radicalizzare le posizioni politiche ad un anno dalla elezioni legislative. Siamo convinti che in un paese moderno non possano esistere due legislazioni: una per gli autoctoni e un’altra per gli stranieri. La legge dovrebbe essere uguale per tutti. Perciò il nostro impegno sarà rivolto a favorire e promuovere, assieme alle altre forze politiche e sociali svizzere, ogni tentativo di integrazione piuttosto che l’esclusione degli stranieri. L’evocazione delle paure, le sollecitazioni della mano dura per ripristinare l’ordine pubblico ovunque dove vengono imposte mostrano manifeste debolezze amministrative, carenze legislative e squilibri sociali. Una società moderna che erige muri dovrebbe avere la forza di guardare oltre lo steccato e per queste ragioni i risultati di questa tornata referendaria ci spingono a considerare che nella fase applicativa potrebbero rivelarsi come una vittoria di Pirro.
Partito Democratico in Svizzera
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