Durante l’interessantissimo incontro-dibattito “Una serata contro la Camorra” promosso da Cultura Italiasans frontières, Corrado de Rosa psichiatra, autore del libro “I medici delle Camorra” ha spiegato come la Camorra sia passata dal classico sistema mafioso dell’omertà, alla complicità.

Si stà assistendo, in effetti, ad una vera e propria colonizzazione della professione medica da parte dei clans camorristi.

Le enormi disponibilità finaziarie della Camorra (12 migliardi di euro di fatturato annuo, solo per il narcotraffico si calcolano introiti per 500’000euro al giorno), permettono di corrompere certi medici disposti a fornire certificati di compiacenza ai camorristi arrestati facendoli passare per pazzi per potere ottenere benefici di giustizia e controllare i processi.

Il Dr De Rosa cita in esempio il caso del bos Antonio Pelle arrestato, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari, essendo stato certificato “incapace di sentire e di volere”, che è evaso dopo solo cinque giorni, ed è tuttora latitante.

Termina il suo intervento precisando le differenze organizzative fra Cosa Nostra e Camorra.

La prima storicamente fà riferimento alla Cupola, alla sommità della quale c’è “il capo dei capi” che esercita il controllo sull’insieme delle cosche, spesso questo sistema provoca guerre intestine per l’ottenzione della supremazia per l’appunto.

Le cosche (famiglie) camorristiche non conoscono gerarchie piramidali. Ogni famiglia domina il suo proprio territorio senza inoltrarsi nel territorio altrui.

Laura Garavini deputata PD eletta al parlamento italiano come rappresentante degli italiani all’estero è membro della Commissione parlamentare Antimafia, risiede in Germania.

A seguito della strage di Duisburg del 2007 un giornale tedesco aveva intitolato un suo articolo “Dove c’è pizza c’è Mafia”.

Laura Garavini ha reagito a quest’affermazione calunniosa fondando l’associazione “Mafia? Nein Danke”. Questa associazione si è ispirata dall’iniziativa “Addio Pizzo” promossa da imprenditori, commercianti e ristoratori siciliani per opporsi al potere mafioso.

In pochi giorni più di 40 ristoratori italiani di Berlino hanno aderito a “Mafia? Nein Danke” denuciando i tentativi di estorsione che avevano subito e permettendo l’arresto, da parte della polizia tedesca, di due emissari della ‘Ndrangheta calabrese.

Liniziativa è stata salutata dalle auorità tedesche ed europee come esempio da seguire in altri stati, perchè è ormai innegabile che le mafie hanno esteso il loro potere al di fuori dei territori nazionali.

Nicolas Giannakopoulos, è fondatore e presidente e dell’Osservatorio sul Crimine Organizzato (OCO) con sede a Ginevra.

L’OCO è stato creato per spingere le autorità svizzere a prendere coscienza del potenziale pericolo per le istituzioni elevetiche, rappresentato dalle infiltrazioni mafiose nelle attività finaziarie.

Il Consiglio Federale sembra averne preso coscienza solo da pochissimo tempo, chiedendo alle banche di instaurare sistemi di controllo molto più serrati, sui capitali in provenienza da certi paesi europei. Teme che tutto questo non avvenga troppo tardi, perchè è convinto che le più importanti organizzazioni mafiose di tutta Europa e non solo, si siano già confortevolmente inserite nelle attività finanziarie legali.

Tutto ciò è indiscutibilmente facilitato dal’opacità indotta dal sistema del segreto bancario e da una certa passività della società civile.

Ci sono spesso dei sospetti riguardo certe attività, ma non ci sono state mai delle denunce concrete.

Cinicamente ci si può chiedere se ci sarà bisogno di aspettare i morti per far sì che l’opinione pubblica svizzera prenda coscienza della situazione.

Fra gli interventi dalla sala sottolineamo quello di Gianni Tinella presidente del PD di Ginevra che ha letto la dichiarazione seguente:

Oggi vorrei condividere con tutti i presenti la memoria di uno dei padri della lotta alla mafia. Quest’uomo era Pio La Torre.

Lo ricordo oggi perché Lunedì cadrà il 30° anniversario del suo assassinio.

Il 30 Aprile del 1982, alle ore 9:25 in una strada di Palermo, tre sicari uccidono a brucia pelo nella sua auto l’on. Pio La Torre e il suo autista Rosario Di Salvo.

Un uomo che ha affrontato la mafia a viso aperto senza protezione dello Stato ed anche contro di esso.

L’ha sfidata per ridare dignità alla sua terra e ai suoi concittadini sopraffatti dal potere mafioso, fin dai tempi delle lotte contadine a Corleone contro i latifondisti e per la riforma agraria insieme all’allora segretario della CGIL Placido Rizzotto, altro martire dell’antimafia, e poi come suo successore alla guida del sindacato contro Salvatore Giuliano, Riina, Provenzano e Calò.

La sua opera non si fermò li ma anzi continuò a Palermo dove negli anni ’70 fu il più grande oppositore al sacco di Palermo, contro il potere politico mafioso di Ciancimino e di Salvo Lima, intenti in una speculazione edilizia spregiudicata a favore delle famiglie mafiose, senza nessuna reticenza (fu il primo ad associare Ciancimo e Lima alla mafia),  arrivando fino al Parlamento Italiano che, grazie alla sua opera e lavoro, approvò, subito dopo la sua morte, una delle leggi pilastro della lotta alla criminalità organizzata (la Rognoni-La Torre) per la confisca dei beni e con la previsione dell’organizzazione mafiosa come reato penale.

Il coraggio di quest’uomo, ritornato in Sicilia pur sapendo di essere nel mirino dei sicari dopo l’uccisione, di un altro paladino dell’antimafia, Pier Santi Mattarella (Presidente regionale della DC) con il quale c’era una stretta collaborazione, ci ha insegnato che la mafia si può sconfiggere, che la lotta per la libertà e la legalità è un obbligo per tutti, che deve essere patrimonio e valore da preservare, coltivare e insegnare alle nuove generazioni senza nessuna distinzione di colore politico.

Grazie Pio, il tuo insegnamento vivrà per sempre nel nostro cuore e nelle nostra mente.

Un resocoto della serata potrete trovarlo anche sul sito : www.culturaitalia.ch