News Letter PD-Svizzera aprile 2020

News Letter PD-Svizzera aprile 2020

Una settimana “postuma”

L’inizio di questa riflessione, vi confesso, è stato riscritto più volte.
Anche l’invio è stato rimandato. Come mai? Chi conosce le abitudini italiane, sa bene che l’ultima settimana di aprile rappresenta una tra le più sentite, evocative e suggestive delle abitudini delle italiane e degli italiani.

Il 25 aprile, la liberazione dal nazifascismo, che prima una certa storiografia negazionista e poi il vuoto delle classi dirigenti hanno messo in discussione, come se si potesse mettere in discussione la storia. La sua interpretazione certamente sì, altrimenti le biblioteche non sarebbero piene di più libri sullo stesso argomento. Tuttavia, negli ultimi anni, il 25 aprile, almeno per alcuni, è stato definito divisivo se non inappropriato. Probabilmente, il propagarsi di questa narrazione, il sangue dei vinti, che tende più a parlare di guerra civile che di lotta di liberazione ha fatto il resto. Poi certo, ci sono stati vincitori e sconfitti. Ha vinto la democrazia a discapito del regime. E badate, già nell’esegesi dei due termini troviamo la certezza alle nostre inquietudini sul tema, ammesso che qualcuno le conservi ancora.

L’altro appuntamento è il Primo maggio, che per molti di noi era scandito da manifestazioni in piazza e soprattutto dal concertone. Tutto questo non c’è stato per ovvie ragioni.

Eppure, non sono mancate riflessioni su cosa sia divenuto il lavoro e su come sarà quando avremo questa pandemia alle spalle. Le posizioni sul tema sono le più variegate e a tratti le più variopinte. È certo che una catastrofe, una tragedia o un momento spartiacque come quello che stiamo vivendo non cambiano le cose, ma ne determinano un’accelerazione. Il lavoro non cambia per colpa del Covid-19, ma ne accelera i processi già in atto. La digitalizzazione di alcune procedure, la robotizzazione di altre, come lo fu la meccanizzazione e l’industria pesante poco più di un secolo fa, ai tempi della seconda rivoluzione industriale, erano processi già in atto che si manifestarono progressivamente. Perché questi processi di cambiamento necessitano di un fluire. Necessitano di tempi affinché si affermino e si diffondano nuovi modelli. Ed è proprio questo fluire che dovremmo analizzare e comprendere. È in questo fluire che cambiano le vite delle persone.

Per questa ragione, abbiamo deciso di fare una newsletter «postuma» sia rispetto 25 aprile che al Primo maggio, per interrogarci sul fluire all’interno di questo processo in atto, di attraversalo vivendolo e di evitare di accodarci alla stola bulimica di dichiarazioni di sorta. Perché la politica deve essere, soprattutto in questa fase della storia che stiamo vivendo, pensiero. Largo, ampio, analitico, anche contradditorio e sfacciato se serve, ma per essere tale, serve avere il coraggio di stare dentro al fluire dei processi. Per questa ragione, questa nostra newsletter non fornisce risposte, ammesso che le abbia mai date o cercate, ma pone domande, nella speranza di generare pensiero. Leggendola, comprenderete che tutti i contributi proposti sono legati da un denominatore comune, l’incertezza per ciò che sarà, per ciò che saremo.
Declinato in «un Primo maggio di incertezze», come fa Franco Narducci, e affrontato nella sua unicità inaspettata da Enrico Moroni. Passando all’analisi diretta di processi in atto da tempo nel campo della ricerca, come fa Cinzia Tarducci, o con uno sguardo più sistemico con Salvo Buttitta che ci parla di smart working. Ed infine, non poteva mancare una riflessione sul territorio nel quale viviamo e operiamo, con l’etica del lavoro in Svizzera di Dario Natale.
Potete inoltre rivedere il dibattito che si è svolto in questa settimana, il 28 aprile 2020, con ospite l’on. Matteo Mauri, Viceministro dell’Interno, dal titolo: «Possono convivere sicurezza, paura e mobilità ai tempi del Covid19?» e promosso dal PD Svizzera e dal PD Mondo.
A questo punto, non ci resta che auguravi e augurarci che l’anno prossimo si possa ritornare ad una settimana come questa appena trascorra, vissuta come la vivevamo nel recente passato.

Toni Ricciardi, segretario PD-Svizzera

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