REGOLAMENTO DEL CIRCOLO PD di GINEVRA

 

Questo PD è una casa aperta

Questo Pd è una casa aperta”. Lo rivendicano 23 dirigenti del Pd all’estero – in Europa e Usa – in una lettera con la quale rispondono a un gruppo di colleghi che hanno deciso di lasciare il partito.

 “Siamo dirigenti locali del Pd nel mondo, segretari di circolo e di federazione e responsabili di varie associazioni di rappresentanza – premettono – impegnati da anni nei nostri paesi di riferimento a rappresentare

e tutelare la comunità degli italiani all’estero. Attraverso una militanza basata unicamente su un impegno volontario, ma con grande passione e convinzione. E lo facciamo perché siamo motivati dall’attenzione che il nostro partito, il partito democratico, rivolge verso la nostra comunità, come dimostra la partecipazione attiva e capillare degli organi dirigenti nazionali alle attività e alle iniziative delle nostre federazioni e circoli”.

“Certamente non basta – ammettono – tutto è migliorabile. Siamo convinti che la nostra comunità di italiani all’estero, più di 4.000.000 sparsi nel mondo, meriti non solo attenzione, ma soprattutto adeguata rappresentanza politica”.

 “Per quanto critici nei confronti di un emendamento introdotto nella legge elettorale che permette a candidati residenti in italia di presentarsi all’estero – proseguono – ci sentiamo garantiti dall’impegno che i responsabili nazionali hanno ripetutamente e chiaramente preso, ovvero che il Pd non ne farà uso. La proposta avanzata dal nostro partito di liste transnazionali alle prossime elezioni europee che ora è condivisa da molte forze politiche europee non colpisce, ma anzi ribadisce il principio dell’impegno politico di cittadinanza europea e transnazionale che ci contraddistingue”.

Quindi rivendicano i risultati ottenuti. “Crediamo altresì – scrivono ancora i rappresentanti Pd all’estero – che i risultati ottenuti da questo governo e dagli eletti del partito democratico per la nostra comunità all’estero meritino di essere evidenziati: aumento sostanziale di fondi per i corsi di lingua e cultura (investimento consolidato e permanente di 12 milioni), con l’apporto del fondo per la promozione della lingua e della cultura che diventa aggiuntivo e non sostitutivo delle risorse ordinarie; aumento dei fondi a disposizione dei comites che potranno avere un milione di euro in più per tentare finalmente di corrispondere agli obiettivi e alle funzioni che la legge loro assegna, con un’attenzione particolare al sostegno della nuova emigrazione; aumenti per la stampa periodica italiana all’estero che, aggiunti alla pari somma ottenuta nel precedente passaggio, consentono di stabilizzare l’aumento del 50% ottenuto l’anno scorso con un nostro emendamento; aumenti nel 2018 per le camere di commercio italiane all’estero, che permettono di superare la dotazione dell’anno precedente e, soprattutto, la triennalizzazione a dotazione crescente per gli anni futuri, che costituisce un importante ancoraggio per questi indispensabili protagonisti dell’internazionalizzazione del paese, abituate a programmare i loro interventi in tempi adeguati; sui servizi consolari, il governo ha deciso la riapertura delle assunzioni dopo anni di blocco, aumentando di 100 unità il contingente dei contrattisti e di 150 unità il personale a tempo indeterminato; senza dimenticare l’esenzione del pagamento dell’imi a determinate categorie di residenti all’estero”.

“È sufficiente? Non lo crediamo affatto. Ma è un risultato importante da promuovere e valorizzare – sottolineano – specie alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia molto impegnativa. Il ritorno di forze di destra xenofobe e antieuropee, il crescente populismo scissionista, nazionalista e regionalista, richiedono uno sforzo collettivo e unitario che crediamo non possa permettere interruzioni. L’impegno e l’esperienza di tutti è urgente ora come non mai per affrontare queste sfide”.

“Per queste ragioni ci addolora – scrivono ancora – che alcuni dirigenti di circoli del pd all’estero manifestino l’intenzione di lasciare il nostro partito. Non sottovalutiamo le ragioni di disagio che manifestano, ma pensiamo che il modo migliore per superarle sia affrontarle insieme nel comune impegno di dare alla politica del pd il massimo di efficacia e consenso. A questi amici e compagni diciamo: incontriamoci, discutiamo e decidiamo insieme come proseguire il nostro comune cammino. Il partito democratico è, e rimarrà, la casa aperta a chi vuole farlo”.

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