Ufficio stampa del Senatore Claudio Micheloni

Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero

Senato della Repubblica – Palazzo Madama – 00186 Roma

 

COMUNICATO STAMPA

“Il CQIE approva una risoluzione sull’IMU per i beni immobili di proprietà dei cittadini italiani residenti all’estero, affinché siano considerati come prima casa”

Oggi, in data 12 giugno 2013, il Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero ha approvato all’unanimità una risoluzione sull’applicazione dell’IMU sui beni immobili posseduti dai cittadini italiani residenti all’estero, affare assegnato al CQIE dal Presidente del Senato in data 07 giugno 2013 (Atto n. 47), in vista delle riforma complessiva dell’imposizione fiscale sui beni immobili che il Governo si è impegnato ad elaborare entro il 31 agosto 2013.

Negli ultimi anni il Governo ha considerato tali abitazioni come seconde case, applicando il criterio dell’abitazione prevalente e non valutando, a nostro avviso ingiustamente, la specificità degli italiani residenti all’estero, a partire dal ruolo fondamentale svolto da diverse generazioni di emigranti ai fini dello sviluppo economico e dell’equilibrio finanziario del Paese, nel passato così come nel presente. 

Non si tratta “solo” di una questione di giustizia: nello scenario globale, a maggior ragione nella condizione critica che affligge le economie europee e in particolare quella del nostro Paese, la solidità del legame tra i Paesi d’origine, i singoli cittadini espatriati e le comunità, l’attenzione al ruolo strategico della lingua e della cultura di riferimento, sono fattori essenziali per lo sviluppo delle imprese e la crescita dell’occupazione. In questo quadro è necessario tenere conto della valenza simbolica che l’abitazione di proprietà riveste per i cittadini italiani residenti all’estero, soprattutto per le seconde e terze generazioni, rappresentando spesso l’unico legame rimasto con la patria di origine. L’eventuale allentamento di questo rapporto comporterebbe per l’economia italiana rischi rilevanti, ad esempio sul mercato immobiliare, il settore edilizio e il turismo di ritorno.

Pertanto abbiamo proposto un riassetto dell’imposizione fiscale sui beni immobili posseduti dai cittadini italiani residenti all’estero, a condizione che non risultino locati o concessi in comodato d’uso gratuito, che preveda: la classificazione delle suddette unità immobiliari come abitazione principale; il ripristino delle modalità di pagamento previste dalla Legge 24-03-1993 n. 75; l’introduzione di criteri certi di identificazione dei soggetti interessati, per impedire che la riforma in discussione generi nuove forme di elusione fiscale. Vi informeremo sull’esito della proposta.

Desidero ringraziare i colleghi Senatori membri del Comitato per il contributo dato alla discussione e per aver approvato la risoluzione all’unanimità. A breve affronteremo anche il problema della Tarsu-Tares, con l’obiettivo di ridurne l’importo per gli italiani residenti all’estero ad un solo trimestre, e diverse altre questioni, già indicate nel programma di lavoro che ci siamo dati, per offrire un contributo serio alla soluzione della crisi economica e al percorso di riforme che il nostro Paese deve compiere, e risposte concrete alle esigenze degli italiani all’estero.

Roma, 12 giugno 2013